Attualmente della fortezza della Verruca si conservano rovine che permettono una lettura dei diversi interventi ricostruttivi.
A pianta pentagonale, presenta due grossi torrioni laterali di forma circolare nel lato anteriore, frutto degli interventi di restauro cinquecenteschi e costruiti in mattoni, ed una coppia di bastioni a spigolo vivo sul lato posteriore in pietra locale.
Pur seriamente danneggiata dalle vicissitudini storiche, la fortezza mostra chiaramente la disposizione strutturale originaria e, ad una analisi accurata, consente ancora di capire l’organizzazione interna delle strutture in alzato. Sono invece ben conservate tutte le strutture interrate come la cisterna o i corridoi di accesso alle torri laterali. Inoltre è presente in alzato un edificio costituito da grossi blocchi di verrucano, tradizionalmente identificato come una chiesa. La porta, a cui si arriva mediante una ripida scaletta intagliata nella roccia, conserva ancora la struttura trilitica, le tracce dei cardini e dei dispositivi di chiusura e consente l’ingresso nella fortezza.
Una volta entrati possiamo osservare che la fortezza è edificata su due livelli, di cui uno completamente interrato. Il livello superiore è quello che ha subito i danni maggiori, ad esempio sono scomparsi del tutto le merlature e le varie strutture coperte, delle quali però in alcuni punti si intravedono i resti. Nonostante ciò i muri perimetrali della fortezza raggiungono in alcuni punti considerevoli altezze, sino a 4 metri.
Appena entrati sulla destra sono conservati in alzato i resti di una struttura quadrangolare molto interessante. Le quattro pareti della struttura sono conservate interamente in alzato con parte del timpano di chiusura del tetto, mancante nella sua totalità. Per ogni lato lungo è presente una porta con architrave monolitico e sul lato SE vi sono due finestre strombate. Le pietre impiegate denotano due fasi costruttive: la prima caratterizzata da grandi blocchi di verrucano di fattura grossolana che costituiscono la parte inferiore dell’edificio; le pietre sono fortemente deteriorate dal tempo ed il loro aspetto e la loro fattura possono farci ipotizzare che siano resti della primissima fase costruttiva.
La seconda fase è formata da blocchi di pietra sempre in verrucano ma provenienti da una cava diversa, la stessa usata per la sottostante Chiesa di S. Michele Arcangelo, tanto che si è ipotizzato che tali pietre provengano dalla distruzione di quest’ultima. I blocchi sono squadrati e levigati secondo una tipologia rintracciabile in altri edifici religiosi e civili della zona. Resti di un probabile mastio o cassero sopraelevato sono riscontrabili nella zona centrale della fortezza, naturalmente più alta rispetto al resto del pianoro ma pochi sono gli elementi ancora leggibili.
La Rocca presenta accessi nel terreno che conducono ai bastioni laterali nei quali sono state ricavate stanze da cui era possibile sparare o sorvegliare l’esterno. Una di queste aperture conduce ad un vasto vano sotterraneo con volta a botte sotto il quale si intravede la copertura a volta di una stanza sottostante oramai ricolma di detriti. Sul lato N sono visibili una serie di archi in muratura che sostenevano la struttura portante di una copertura analoga a quella appena descritta e oramai franata.
In generale l’aspetto della Verruca è ben ricostruibile nonostante i danni subiti a causa dell’incuria e del tempo, ma siamo certi che uno studio accurato, fino ad ora mai intrapreso per questo sito, ed un intervento di recupero potrebbero restituire ad una migliore fruizione questa importante testimonianza del nostro passato.