Un gioiello romanico
La splendida chiesa di San Jacopo sorge nella omonima vallata a circa 1 Km da Vicopisano. Fu costruita in epoca longobarda e fu in origine dedicata a San Mamiliano, come ancora ricorda l’iscrizione iscritta sull’architrave del portale principale. La dedicazione a tale santo è assai particolare, in quanto il suo culto era diffuso soprattutto nella zona dell’Arcipelago Toscano e nell’Alto Lazio, mentre nella nostra zona era del tutto assente. Documentata già nell’VIII sec. era annessa ad un complesso monastico; mentre dal XII secolo è citata come prioria, nel Trecento risultava essere in mano agli Eremitani Agostiniani. Intitolata a San Jacopo nella prima metà del Quattrocento, poco tempo dopo cominciò a decadere a causa delle continue scorrerie e della situazione insicura della zona, causate dalle guerre tra Pisa e Firenze.
Nel corso dell’ottocento i resti dell’antico monastero vennero trasformati in una grande casa colonica, poi villa residenziale di proprietà privata.
La festa di San Jacopo
Ogni anno a Vicopisano in occasione della giornata dedicata a S. Giacono o Jacopo (25 luglio) viene celebrata una festa religiosa e popolare, organizzata dalla Parrocchia e da alcune associazioni di volontariato.
La celebrazione che ha carattere sacro si sviluppa generalmente su due giornate durante le quali si tengono funzioni religiose e festeggiamenti popolari. La festa ha il sou clou con una processione religiosa notturna che va dalla Pieve di S. Maria alla Pieve di S. Jacopo, dove i fedeli partecipano alla Messa e dove di solito si tiene un concerto di musica classica.
La celebrazione che ha carattere sacro si sviluppa generalmente su due giornate durante le quali si tengono funzioni religiose e festeggiamenti popolari. La festa ha il sou clou con una processione religiosa notturna che va dalla Pieve di S. Maria alla Pieve di S. Jacopo, dove i fedeli partecipano alla Messa e dove di solito si tiene un concerto di musica classica.
Esterno
La chiesa ha pianta a tau (T) e muratura in conci di verrucano. La facciata a capanna è spartita da una cornice orizzontale: nella parte inferiore il portale è incorniciato da lesene ed è sovrastato da un ricco architrave decorato appartenente con tutta probabilità alla chiesa più antica; in quella superiore si apre una bifora, con ghiera e colonnina marmoree, contornata da vari elementi decorativi, tra i quali spiccano una tarsia a forma di fiore, un bassorilievo ed una pietra scolpita a rilievo figurato, risalente all’VIII-IX secolo, e raffigurante una scena biblica. Attaccato al braccio sinistro del transetto si appoggia il massiccio campanile, simile nella struttura ad una torre difensiva. Il campanile fu abbassato di altezza a seguito di una mina fatta esplodere dai soldati tedeschi in ritirata, nel 1944.
Interno
L’interno, a navata unica e privo di abside, è mosso soltanto dai due corti bracci del transetto, collegati da archi a tutto sesto i cui pilastri hanno capitelli riccamente decorati con motivi vegetali e animali. Nel braccio destro sono conservati affreschi trecenteschi, staccati e ricomposti su tavola, raffiguranti alcuni santi; da destra verso sinistra si riconoscono: un Santo Vescovo, forse San Mamiliano, San Giovanni Battista e un frammento di un probabile San Girolamo. Lungo la parete destra sono state raccolte pietre scolpite rinvenute durante i restauri della chiesa: particolarmente significative sono una mensola con motivo a rilievo rappresentante la Dextera Domini (X secolo) e una lastra figurata con una scena simbolica di difficile interpretazione, che secondo alcuni studiosi allude alla Passione di Cristo (IX-X secolo).