Dante Alighieri & Caprona
Caprona, nonostante la sua limitata estensione, è sicuramente una delle frazioni più interessanti del Comune di Vicopisano. Innanzitutto è d’obbligo ricordare che il Castello di Caprona ha un suo, seppur piccolo, posto nella letteratura dantesca, in quanto il Poeta lo cita nel XXI canto dell’Inferno.
Il giovane Dante Alighieri fu infatti uno dei soldati fiorentini (per la precisione un “feditore” ovverosia un soldato a cavallo) che 16 Agosto 1289 partecipò alla conquista del Castello di Caprona.
Ecco cosa dice Dante:
“così vid’ ïo già temer li fanti
ch’uscivan patteggiati di Caprona,
veggendo sé tra nemici cotanti. “
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L’episodio fa riferimento alla paura che i soldati pisani, usciti “patteggiati” ovverosia dopo aver nogoziato la loro resa, mostravano di fronte alla numerosa schiera di soldati fiorentini.
Leggiamo cosa dice il Villani (storico della prima metà del ‘300) a proposito di questa impresa:
“Nel detto anno 1289 del mese d’agosto, i Lucchesi feciono oste sopra la città di Pisa colla forza de’ Fiorentini, che v’andarono quattrocento cavalieri di cavallate, e duemila pedoni di Firenze, e la taglia di loro e dell’altre terre di parte guelfa di Toscana, e andarono insino alle porte di Pisa, a fecionvi i Lucchesi correre il palio per la loro festa di San Regolo, e guastarla intorno in venticinque dì che vi stettono ad oste, e presono il castello di Caprona, e guastarlo”. (G. Villani. Croniche, VII, 137)
La disputa della piazzaforte di Caprona era iniziata dalla primavera; occupata dapprima da Nino Visconti, capitano dei guelfi pisani fuorusciti e alleato dei Lucchesi, era stata ripresa da Guido da Montefeltro. I Fiorentini non poterono subito dar man forte ai Lucchesi, impegnati com’erano nello sforzo militare con gli Aretini. Sconfitti questi a Campaldino, e rientrati in città (24 luglio), i Fiorentini distolsero una parte del loro esercito, facendolo marciare alla volta dei confini di Pisa. Il poeta era tra i quattrocento cavalieri che consentirono al Visconti di riprendere il castello (16 agosto), dopo tre giorni di assedio.
Storia
Esistente già in età romana, Caprona nel corso del Medioevo fu sede di un castello (documentato dal 1051), situato probabilmente sul colle che sovrasta il paese, forse proprio su quello spuntone roccioso dove oggi è ben visibile l’ottocentesca Torre degli Upezzinghi, il simbolo del paese, nonché uno dei luoghi più caratteristici di tutto il lungomonte pisano. Teatro di numerose contese tra Pisani e Fiorentini che a lungo si disputarono queste zone, il castello venne poi smantellato dai Fiorentini nel 1433. Da allora Caprona perse la sua importanza militare e ripiegò su attività più redditizie, quali la navigazione fluviale e lo sfruttamento delle cave di calcare. Sembra che proprio a Caprona il Granduca Cosimo I fece costruire una villa o residenza di caccia, di cui non si ha purtroppo più traccia, probabilmente perché è stata inghiottita dalle cave di calcare.
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Un altro dei motivi di interesse di Caprona è il bellissimo contesto naturale in cui si trova per cui, spostandosi poche centinaia di metri dalla trafficata Via Vicarese, ci si trova immersi in un ambiente naturale assai particolare, fatto di macchia mediterranea che cresce sulle rocce calcaree ma anche di pinete rigogliose, ambiente reso ancora più affascinante dalla presenza delle cave che, creando dei terrazzamenti naturali a quote elevate, generano panorami mozzafiato, con una possibilità di spaziare su tutta la vasta pianura pisana sino a Livorno ed alle isole dell’Arcipelago Toscano.
Monumenti
In posizione leggermente periferica, nell’immediata campagna che circonda il paese, è posta la pieve di Santa Giulia. Ricordata con sicurezza dal 1096, le strutture architettoniche testimoniano che la chiesa fu però costruita intorno al IX-X sec. sebbene in dimensioni più piccole rispetto all’attuale.
Non troppo distante dalla pieve è posto il palazzo Luperi Centoni, di struttura medievale ma di aspetto oramai settecentesco.